Una (insolita) guida alla visita di una meraviglia italiana e del territorio che la circonda
Nomini Caserta e pensi alla Reggia, palazzo reale di rara bellezza da far invidia ai nostri cugini francesi.
Ma anche cittadina tutta da scoprire, accerchiata da un territorio rigoglioso e ricco di prodotti enogastronomici da provare.
La Reggia di Caserta, Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO – insieme all’acquedotto Carolino e al complesso di San Leucio – il cui nome originale era “Versailles di Napoli”, è nata a cavallo del XVII secolo per un “capriccio” del re Carlo di Borbone, che desiderava una sede adatta al suo governo e al proprio casato, proprio come il lussuoso e scintillante Palazzo di Versailles. È la dimora reale più grande del mondo (1.200 stanze e 1.742 finestre) con annesso un meraviglioso parco scenografico sviluppato su tre chilometri di lunghezza in un susseguirsi di fontane sontuose, vasche e cascate, un elegante giardino all’italiana e uno all’inglese. Progettata dal famoso architetto Luigi Vanvitelli, è considerata una delle ultime grandi realizzazioni del Barocco italiano “di cui ha adottato – il Vanvitelli – tutte le caratteristiche necessarie per creare le illusioni di uno spazio multidirezionale” come dimostra, per esempio, il maestoso scalone reale a doppia rampa dell’entrata. Per visitare entrambi è necessario almeno un giorno da dividere tra il parco, a piedi o in bicicletta, dove potersi fermare e godere di un ottimo pic-nic all’ombra degli alberi, e il palazzo reale.
Ma questa città ha anche un interessante centro storico e un borgo antico, Caserta vecchia, costruita a 400 metri di altezza e caratterizzata da case di tufo incastonate tra i vicoli lastricati e antiche mura, chiese e cattedrali, botteghe e ristorantini dove ritrovare i sapori e i gusti di volta.
Caserta può essere un ottimo punto di partenza per visitare molte località dei dintorni, ricche di storia con paesaggi mozzafiato e immerse in una natura lussureggiante costituita da boschi incontaminati e paesini arroccati sulle colline. Qui non può di certo mancare un vero e proprio tour tra i tipici prodotti di zona che ogni giorno arricchiscono le tavole, un luogo dove l’agricoltura la fa da padrona insieme all’allevamento delle bufale e del maiale nero casertano, non dimenticando uliveti secolari e vitigni riscoperti.
Turismo enogastronomico nel casertano
A sud di Caserta c’è Aversa, cittadina normanna “dalle 100 chiese” e dalle “dolci” battaglie tra le storiche pasticcerie Pelosi (Via Roma, 206) e Mungiguerra (Via Salvo d’Acquisto, 85). Uno scontro quotidiano a suon di polacca, tipico dolce di morbida pasta che racchiude un cuore di crema pasticciera e amarene, che merita in entrambi i casi un assaggio senza poi necessariamente decretare il vincitore. Per chi è alla ricerca dell’antico gusto della “marenna” campana, la tipica merenda della gente povera “fatta con un pezzo di pane condito con quello che c’era”, provate Domibellique (Via Filippo Saporito, 58), taverna gourmet all’interno di un antico convento in cui trovare qualità dei prodotti e piatti della tradizione, passione per il gusto buono delle cose e rivisitazioni dei sapori.
Di origine francese è l’Asprinio di Aversa, vino bianco autoctono fresco, frizzante e fruttato, famoso per la sua particolare coltivazione per la quale le viti divengono vere e proprie barriere verdi naturali “maritate” ai pioppi e che raggiungono anche i 15-25 metri d’altezza. Originale lo spettacolo che offrono i raccoglitori durante la vendemmia, veri e propri acrobati arrampicati ognuno sulla propria scala personalizzata appoggiata agli alberi: un su e giù di corde e cestini che si riempiono e si svuotano per tutta la giornata, in un clima di festa unico nel suo genere. In questa zona di terra felix si coltiva la Mela Annurca Campana IGP, da poco rivalutata per le sue proprietà terapeutiche e riportata per questo sui mercati nazionali. Frutto medio piccolo ma gustoso, dalla polpa croccante, bianca e acidula, ha una buccia di colore rosso intenso tendente al viola.
Se ci spostiamo a nord di Caserta, tra il massiccio del Matese e il fiume Volturno, arriviamo in quello che viene chiamato Alto Casertano, un territorio che ha saputo fare del turismo enogastronomico il suo principale cavallo di battaglia.
Ne è un esempio su tutti l’associazione no profit Racconti di terra, Artigiani del Gusto “nata per volontà di un gruppo di amici”, appunto artigiani del gusto di piccole aziende familiari, che hanno fatto rete per promuovere la loro terra e i loro prodotti di alta qualità.
Tappa obbligata per gli amanti della pizza, poi, la pizzeria Pepe in Grani di Franco Pepe, classificata, secondo il libro Where to Eats Pizza, la migliore d’Italia, dove l’impasto viene ancora fatto a mano tutte le mattine e lunghe code affollano il vicolo di Caiazzo, piccola cittadina rinata grazie al lavoro di questo maestro della pizza. Scegliete quella che più vi piace e state certi che il giorno dopo potrete andare ad acquistare gli stessi ingredienti a pochi chilometri di distanza… dal produttore al consumatore. Se la fame è tanta e non riuscite a resistere, Pepe ha aperto recentemente, a pochi metri, con gli amici Vincenzo Coppola, agronomo, e Mario Cipriano, produttore della birra artigianale Karma, l’agropub Terrae Motus, in cui degustare panini e piatti della tradizione secondo una combinazione stuzzicante di ingredienti del territorio. Tanti i prodotti tipici di questa zona di cui fare scorta, dalla mozzarella di bufala prodotta nel Caseificio il Casolare di Mimmo La Vecchia, casaro da generazioni e che propone anche ricotta burrosa e caciotte affumicate, ai salumi di Mastro Enrico prodotti con maiale nero casertano, razza suina autoctona di grande pregio. Dal pomodoro riccio, gustosissimo ma di piccole dimensioni, quasi scomparso ma recuperato insieme a molti legumi dai ragazzi dell’azienda agricola Sbecciatrice, al vino Pallagrello e Casavecchia, vitigni autoctoni di questo territorio riscoperti grazie alla passione e alla caparbietà di Manuela e Peppe dell’azienda Torre del Principe. Dalla cipolla di Alife, Presidio Slow Food, alla carne marchigiana IGP della Fattoria Della Rocca, fino al conciato romano, formaggio antichissimo dell’agriturismo Le Campestre di Castel di Sasso, che propone, oltre a pranzi e cena offerti solo con ciò che si ha nell’orto, la formula “Bed and Cheese” per chi soggiorna nella loro struttura: al mattino, prima di una golosa colazione casalinga – pane, torte, marmellate, succhi e, naturalmente, formaggi – si può imparare a fare la ricotta con il latte appena munto.
Se il re Carlo di Borbone ha scelto Caserta perché colpito dalla bellezza del paesaggio casertano, oggi questa zona regala molti luoghi dove gustare i piatti e i prodotti di questa terra bella e fertile.
DOVE Dormire
Bed & Breakfast Mà Maison
Sant’Elena, 1/a
Nel cuore storico della città, all’interno di un palazzo d’epoca dove il fascino della storia si unisce ai comfort moderni.
Tel: 388 8014098
L’Antico Cortile
Via Tanucci, 55
Charme e quiete per questo elegante palazzetto del 1824 a due minuti dall’ingresso ai giardini del Palazzo Reale, dotato di cortile e giardino interno. Provvisto anche di un interessante ristorantino con ottima pasta fatta in casa.
www.lanticocortile.it
DOVE MANGIARE
Le Colonne Marziale
Viale Giulio Douhet, 7/9,
Uno Chef donna per questo ristorante stellato: Rosanna Marziale, figlia d’arte e ambasciatrice nel mondo della Mozzarella di bufala DOP (protagonista dei suoi piatti), che trasforma i prodotti del territorio con creatività mettendoci “mani, testa e cuore”. Imperdibile.
www.lecolonnemarziale.it
Pizzeria I Masanielli
Viale Abraham Lincoln, 29
Le pizze di Francesco Martucci sono una tappa obbligata. Impasto leggero e materie prime d’eccellenza, fritti campani e pizze golose. Da provare la Lombardi con conciato romano, salsiccia affumicata con frutta secca, provola di bufala campana, cipolla ramata.
www.facebook.com/masanielli
Locanda Battisti
Via Battisti, 97
Trattoria campana perfetta per il pranzo dove trovare i piatti della tradizione come la pasta e fagioli o la parmigiana di melanzane, ma anche ottimo pesce come gli spaghetti con i cannolicchi o il crudo di gamberi, tonno e baccalà.
www.facebook.com/locanda.battisti
Reale Tenuta di Carditello
Poco conosciuta, ma di grande valore, c’è anche la Reale tenuta di Carditello a San Tammaro, vicino a Capua, nota anche come la Reggia di Carditello, ex tenuta di vacanza e di caccia dei Borboni delle Due Sicilie. Una elegante magione dallo stile neoclassico, destinata da Carlo di Borbone alla caccia e all’allevamento di cavalli e trasformata, con Ferdinando IV di Borbone, in una fattoria per la coltivazione del grano antico (c’è un vecchio mulino a pietra all’interno) e l’allevamento di cavalli e bovini, nello specifico le bufale. Si pensa che proprio qui si sia iniziata la produzione delle famose mozzarelle di bufala. Dopo essere stata saccheggiata e abbandonata per anni, è oggi in fase di ristrutturazione grazie all’intervento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, che sta lavorando per riportarla alla gloriosa bellezza originale, visti anche i numerosi affreschi interni e il grande spazio esterno.