Terre di grandi vini, borghi ed eccellenze gastronomiche dall’acclarata tradizione

Le Langhe, il Roero con i suoi paesaggi vitivinicoli e il castello di Grinzane Cavour sono stati inseriti dal mese di giugno 2014 nella lista del Patrimono Mondiale UNESCO come cinquantesimo sito italiano. Il sito ha ottenuto il riconoscimento in quanto “i paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato incarnano l’archetipo di paesaggio vitivinicolo europeo per la loro grande qualità estetica”. Ne sono parte integrante la Langa del Barolo, le colline del Barbaresco, il castello di Grinzane Cavour, tutti in provincia di Cuneo. Sono altre tre componenti di questo patrimonio anche Nizza Monferrato e il Barbera, Canelli e l’Asti Spumante, il Monferrato degli Infernot che esulano dal contesto delle Langhe, Roero. A partire dalla metà dell’800, i langaroli capirono che il suolo che calpestavano ogni giorno era in grado di dare alcuni tra i migliori vini al mondo e quindi lentamente, con passione, dedizione e costanza hanno cercato di lavorare ogni giorno meglio puntando, prima di altre parti d’Italia, sulla qualità dei vini prodotti piuttosto che sulla quantità. Essi intuirono che l’unione delle condizioni climatiche, esposizione dei versanti e soprattutto la particolare composizione dei suoli avrebbe portato i nomi delle loro colline a richiamare alla mente una produzione enologica d’eccellenza. 

Il Barolo, il Barbaresco, il Barbera e il Consorzio di Tutela 

Tra le specie a bacca rossa, il vitigno più antico del Piemonte è il Nebbiolo che sulle colline delle Langhe e del Roero trova le sue condizioni ideali per produrre il re indiscusso dei vini di queste zone. Il Barolo DOCG è ottenuto tramite la vinificazione in purezza del Nebbiolo coltivato nei territori dei comuni di Barolo (da cui prende il nome), La Morra, Monforte, Serralunga d’Alba, Castiglione Falletto, Novello, Grinzane Cavour, Verduno, Diano d’Alba, Cherasco e Roddi. Il suo intenso bouquet di aromi e la sua grande struttura derivano, oltre che dall’eccezionalità delle uve da cui è prodotto, da un affinamento minimo di
2 anni in botti di rovere e di un ulteriore anno in bottiglia. La specificazione “Riserva” può essere riportata in etichetta solo dopo 62 mesi di invecchiamento in cantina. Le stesse uve coltivate nei territori dei Comuni di Barbaresco, Neive, Treiso e della frazione di Alba, denominata San Rocco Seno d’Elvio, danno invece origine al Barbaresco DOCG, altro grande vino nobile adatto a lungo invecchiamento, prodotto anch’esso con Nebbiolo in purezza e sottoposto a un periodo d’invecchiamento di almeno 2 anni, di cui uno in botti di rovere. Oltre ai due grandi rossi ottenuti da uve Nebbiolo, vi sono altri vitigni rossi e bianchi, per lo più autoctoni, protagonisti di altre DOCG e DOC e testimoni di come la viticoltura sia estremamente radicata nelle tradizioni e nel tessuto socio-economico delle Langhe e Roero. Dal vitigno Barbera, varietà con la maggiore diffusione in Piemonte dopo il Nebbiolo, si ottiene la Barbera d’Alba DOC. Dal 1934 è attivo sul territorio il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero, il quale si prefigge lo scopo di tutelare e promuovere i vari vini e le etichette di queste zone; promuove la conoscenza dei vini e il loro consumo consapevole tramite la valorizzazione del territorio di origine e il forte legame con il tessuto sociale di queste colline. Associa al suo interno quasi cinquecento aziende per circa l’80% della produzione totale delle Denominazione.
È inoltre responsabile dei controlli di qualità dei prodotti messi sul mercato.

curiosità e spunti per visite 

Il vino Barolo prende il nome del paese in cui la Marchesa Falletti di Colbert e Camillo Benso Conte di Cavour (tra l’altro Sindaco del vicino Comune di Grinzane) avviarono, a metà Ottocento, la produzione di un vino destinato a diventare celebre in tutto il mondo. Il suo centro si sviluppa intorno al Castello Falletti, che dal 2010 ospita il Wi-Mu, il Museo del Vino, il più innovativo e originale museo del vino in Italia, progettato dall’archistar François Confino. Sempre nel Castello è presente l’Enoteca Regionale del Barolo, istituita nel 1982, in cui vengono rappresentati 195 produttori provenienti dalla zona del Barolo, i cui vini possono essere degustati e/o acquistati. Di fianco al Castello Falletti si trova il Museo dei Cavatappi, nel quale si può ammirare l’indispensabile utensile declinato a seconda dell’epoca e dal luogo di provenienza in circa 500 esemplari. Cherasco, piccolo centro fondato nel XIII secolo e incastonato in cima a un altopiano al limite delle Langhe. Lì furono firmate i tre importanti trattati di pace che misero fine alla guerra tra Napoleone e il regno sabaudo. Tappe obbligate: il Museo della Magia, Palazzo Salmatoris, che ospitò nel 1706 la Sacra Sindone, e la Sinagoga. Dal punto di vista gastronomico Cherasco vanta come specialità i Baci di Cherasco e le lumache, che in questo luogo raggiungono un’altissima qualità grazie all’Istituto Internazionale di Elicicoltura. Il paese di Dogliani sorge in una posizione strategica tra la Langa del Barolo e la fondovalle del Tanaro, reso celebre come crocevia per i mercati alimentari di prodotti tipici locali. Dal punto di vista storico è ricordato come il paese di Luigi Einaudi, il secondo Presidente della Repubblica Italiana e padre di Giulio Einaudi, fondatore dell’omonima casa editrice italiana. Proprio a Dogliani, da giovanissimo, egli comprò alcuni poderi per iniziare a produrre quello che sarebbe diventato il Dolcetto di Dogliani DOCG. La cittadina è notevole anche dal punto di vista architettonico grazie a Giovanni Battista Schellino, esponente della corrente dell’eclettismo.

Grinzane Cavour, grazie al suo passato, è considerato il fulcro della Langa del Barolo. La sua storia ruota per gran parte attorno al suo castello dove visse Camillo Benso Conte di Cavour, già sindaco di questo comune e poi Primo Ministro del Regno d’Italia all’atto dell’unificazione, il quale giocò un ruolo fondamentale nel far conoscere il vino di queste terre a tutto il mondo. Ancora oggi il castello riveste un’importanza cruciale e ospita al suo interno il Museo Etnografico, la prima Enoteca regionale Piemontese e un ristorante, Al Castello, una stella Michelin. Ogni anno il castello, unico bene fisico inserito nella lista UNESCO e sede tra l’altro dell’Ordine dei Cavalieri del Vino e del Tartufo, ospita la seconda domenica di novembre l’Asta Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba, evento benefico di rilievo internazionale all’interno del quale vengono battuti all’asta alcuni dei migliori tartufi della stagione. La Morra è uno degli 11 comuni della Langa in cui si produce il Barolo. Piazza Castello offre uno stupendo punto panoramico cosiddetto “Balcone delle Langhe”. Oltre a un notevole centro storico, la cittadina nelle sue numerose frazioni ospita sia numerose cantine a conduzione familiare che altre di maggiori dimensioni di fama internazionale. Per esplorare la produzione vinicola locale è consigliata la visita alla Cantina Comunale, la quale ospita i vini di 70 produttori locali/soci lamorresi. Infine, per godere degli splendidi paesaggi vitivinicoli, il territorio comunale offre sette percorsi di trekking tra vigne e boschi. Sempre tra i vigneti si trova la celebre “Cappella del Barolo” (o “Cappella delle Brunate”), una chiesetta risalente all’inizio del Novecento e reinterpretata in chiave moderna e originale dagli artisti David Tremlett e Sol LeWitt, da diventare simbolo internazionale del territorio. Un’altra peculiarità di La Morra si trova sul Colle di Monfalletto, oggi sede dell’azienda vitivinicola dei Cordero di Montezemolo, dove un Cedro del Libano secolare, piantato nel 1856, è ancora oggi uno dei luoghi più romantici delle Langhe, meta prediletta dove centinaia di coppie si sono dichiarate il loro amore. Monforte d’Alba, disposta sulla sommità di una collina, rivolta verso la pianura di Cuneo, fa parte degli 11 comuni produttori di Barolo e, come suggerisce il suo nome (Mons-Fortis), anticamente era protetta da mura risalenti all’epoca romana. Oggi è nota come paese ad alta vocazione sia turistica che vitivinicola, per la diffusa coltivazione di vigne di uva Nebbiolo da cui si ricava il celebre Barolo, che si può degustare nelle numerose cantine presenti spesso a conduzione familiare. Una delle bellezze architettoniche di Monforte è l’Auditorium Horszowski, un anfiteatro naturale dall’acustica perfetta. Da quel momento l’Anfiteatro ospita la rassegna annuale “Monforinjazz”. Nonostante sia un piccolo centro a pochi chilometri da Alba, Roddi e il suo castello hanno comunque molto da offrire. In un suo edificio, magnificamente recuperato, ha poi sede la Scuola Internazionale di Cucina Terra. A pochi passi è invece possibile trovare l’Università dei Cani da Tartufi, dove la famiglia Monchiero, ormai per la quinta generazione, alleva alcuni tra i migliori cani che ogni stagione vanno alla ricerca di questi preziosissimi doni di Madre Natura.

Impossibile non scorgere il borgo di Serralunga d’Alba con il suo antico castello quando si è nella Langa del Barolo. Arroccato su una delle colline più preziose per la produzione enologica di questo territorio, il castello è un vero gioiellino e in una delle visite guidate realizzata nei weekend è possibile riscoprire tutta la storia di queste colline. Attorno al paese di Barbaresco circola la leggenda secondo cui qui nacque Publio Elvio Pertinace, imperatore romano per soli 87 giorni.
Le origini romane del centro langarolo si esprimono attraverso la parte rimanente di un’antica fortificazione a protezione del paese. Il Barbaresco si può conoscere e degustare presso L’Enoteca del Barbaresco, luogo ideale per conoscere la produzione vinicola locale. Nel 2015 ha invece riaperto nel centro del borgo la Torre Medievale, datata intono alla fine dell’XI secolo, dove dopo un percorso interattivo che racconta la storia e le tradizioni di queste colline è possibile ammirare uno stupendo paesaggio su tutta la Langa. Nel cuore della Langa del Barbaresco si trova Neive. Il medioevale borgo vecchio è costruito con una struttura ad anello, mentre il sottostante borgo nuovo si sviluppa attorno all’ex stazione ferroviaria. I numerosi palazzi storici, le chiese con due cappelle cinquecentesche e la Torre dell’Orologio hanno contribuito al prestigioso riconoscimento come uno dei “Borghi più Belli d’Italia”. Le Langhe e il Roero significano poi tante eccellenze gastronomiche. Citeremo qui i piatti più rappresentativi. Al posto d’onore il Tartufo Bianco d’Alba, Tuber Magnatum Pico. Durante l’autunno, e in particolare nei mesi di ottobre e novembre, durante la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba è possibile sentire il suo inconfondibile profumo per le vie del centro storico e all’interno di ogni ristorante della zona. Per info www.fieradeltartufo.org Un altro piatto tipico della regione è la carne cruda di fassona battuta al coltello e consumata cruda, condita solamente con olio, pepe, limone e uno spicchio d’aglio schiacciato. I formaggi principali e più noti sono il Murazzano, la Robiola di Roccaverano, il Raschera, il Bra e la Toma Piemontese, tutti insigniti della DOP, con diversi gradi di stagionatura e di intensità di sapore. Fra le preparazioni citiamo un grande piatto tipico di queste terre, la bagna cauda che si prepara con olio, acciughe e aglio, proposta spesso con peperoni arrostiti o al forno. Poi i ravioli al plin, serviti con il ragù o più semplicemente con burro e salvia. Come secondi si può gustare il brasato al Barolo, come anche il bollito misto e il fritto misto alla piemontese, piatto quest’ultimo di origine contadina e composto da pezzi di carne, verdure e dolci fritti dopo essere stati intinti nell’uovo e nella farina. I semolini, gli amaretti di Mombaruzzo ammorbiditi nel latte strizzati e impanati, le animelle, le cervella, i filoni di fegato bianco e nero, la salsiccia, le crocchette di pollo e le costolette di agnello sono ingredienti imprescindibili di questo lauto e gustoso piatto. A chiudere il dolce più classico è sicuramente il bonet, budino a base di cioccolato e amaretti cotto a bagnomaria in forno. In una visita in Langhe e Roero non può mai mancare una tappa in una delle cantine del territorio, per conoscerne la storia, per comprendere quanto il vino e queste colline siano legate, per degustare le eccellenze che propone. A tal proposito, il servizio di Piemonte On-Wine è nato proprio per rispondere a questi quesiti prenotando gratuitamente visite e degustazione nelle cantine di Langhe, Roero e altre zone vinicole piemontesi. Per informazioni turistiche più generali è possibile contattare l’Ente Turismo Alba Bra Langhe & Roero allo 0173.35833 oppure con tramite mail a info@langheroero.it. A breve si terrà la Fiera del tartufo di Alba dal 8 ottobre al 27 novembre. Al suo interno, il 29 e 30 ottobre si svolgerà
Langhe e Roero in piazza ad Alba, organizzato dall’Associazione Go Wine, dove si potranno assaggiare formaggi, salumi, prodotti ortofrutticoli, miele, pane, le specialità dolciarie più conosciute con un Isola del vino dove saranno presentate in degustazione 100 etichette di Langhe e Roero.

DOVE DORMIRE

 

 

 

Palas Cerequio – La Morra (CN)
Da un lavoro di recupero di un’antica borgata, nasce il resort che esprime il suo rispettoso rapporto architettonico con la natura circostante. Struttura dedicata ai grandi cru del Barolo, si trova al centro del vigneto Cerequio, definito nel 1880 zona sceltissima dall’agronomo italiano Lorenzo Fantini. L’enoteca Vertigo, con più di 400 etichette, offre poi un’evocativa sala degustazione e un Caveau con più di 7000 bottiglie dal 1958, che custodisce la storia della famiglia Chiarlo e la cultura dei luoghi. Aperto sino a inizio gennaio.
www.palascerequio.com

 

Il Relais dei Poderi Luigi Einaudi
Dogliani (CN)
Il fabbricato e i mobili sono gli stessi della storica casa creata nel 1897 dalla lungimiranza del Presidente Luigi Einaudi. Il relais, dalla ricettività volutamente contenuta, è provvisto di moderna tecnologia e completato da un’originale piscina dall’iconica forma di bottiglia. Sito in uno degli edifici di maggior pregio è adiacente alla cantina dove si produce Dogliani e Dogliani Superiore, Barolo, Nebbiolo e altri vini del territorio. Aperto tutto l’anno. 
www.relaiseinaudi.com

 

 

 

DOVE MANGIARE 

 

 

La Ciau del Tornavento – Treiso (CN)
Maurilio Garola è Chef e patron del locale stellato sin dal 1997. Il ristorante, ricavato in una tipica costruzione del 1931, ha una cantina con più di 60.000 bottiglie creata dallo stesso Chef, stregato dal Nebbiolo e grande estimatore del Pinot Nero. Ad affiancare Maurilio in cucina sono oggi Nadia Benech e Marco Lombardo, secondo. I piatti sono preparati solo con animali allevati nelle Langhe, con specialità come frattaglie e interiora, materie prime del territorio, tartufo. Ma La Ciau del Tornavento è anche pesce che arriva abbattuto dalla Liguria e dalla Sicilia. Dal mese di giugno in piazza del Municipio a Barbaresco è aperta la Vineria Prima e Poi del Tornavento con stuzzichini, salumi, formaggi e piatti freddi e caldi.
La Ciau del Tornavento: 0173 638333;
Vineria: 0173 635131

Ristorante All’Enoteca – Canale (CN)
Davide Palluda, nel 1995, ha aperto il ristorante annesso all’Enoteca Regionale del Roero. Nel 2000 l’Espresso lo ha giudicato come il miglior cuoco giovane dell’anno e Michelin gli ha assegnato la stella, di lì in poi sempre conservata. La cucina racconta il territorio senza indulgere sulla nostalgia e segue le stagioni di Langa e Roero, aprendosi a contaminazioni di colori e sapori frutto di ricerca e creatività. Massimo è il rispetto per la qualità degli ingredienti, sia nobili che poveri, portati alla loro più autentica espressione in una valorizzazione della tavola del Roero. Al piano inferiore la versione in jeans e t-shirt, ovvero l’Osteria all’interno del locale dove i produttori del Roero hanno messo in degustazione i vini delle cantine.
www.davidepalluda.it