Tradizioni popolari, sacre rappresentazioni, tesori d’arte e fede: nel periodo pasquale la provincia di Brescia è uno scrigno di sorprese, che arricchiscono un territorio impreziosito dai laghi di Garda, Iseo e Idro, dai monti della Valle Camonica, della Valle Sabbia e della Valle Trompia, dalle dolci colline della Franciacorta, dalla verde pianura solcata dallo scorrere lento del fiume Oglio. Spunti interessanti e inconsueti per andare alla scoperta di un territorio vario e affascinante.
Il Tesoro delle Sante Croci nel Duomo Vecchio di Brescia
Nel romanico Duomo Vecchio o Rotonda di Brescia (fra le poche chiese a pianta circolare d’Italia) durante la Quaresima si ha la rara possibilità di ammirare per un giorno, il venerdì che precede il Venerdì Santo (quest’anno venerdì 22 marzo) il Tesoro delle Sante Croci. Preziosissimo, comprende antichi capolavori di oreficeria sacra e viene custodito in un forziere nella cappella detta appunto delle Sante Croci, nel transetto nord dell’edificio. Il tesoro delle Sante Croci è un gruppo di beni di alto interesse storico, artistico e religioso, fra cui spiccano la reliquia della Vera Croce (detta Reliquia Insigne), la Stauroteca ( un cofanetto in legno argentato dell’XI secolo, che era la custodia originale della Reliquia Insigne), il reliquiario della Santa Croce in argento e oro con smalti e gemme risalente in parte al 1487 e in parte al 1532, la Croce del Campo in legno argentato e gemme dell’XI-XII secolo che veniva issata sul carroccio bresciano durante le battaglie della Lega Lombarda. Fanno parte del tesoro anche un bauletto in legno rivestito di metallo, opera della prima metà del Quattrocento, il reliquiario delle Sante Spine, opera di inizio Cinquecento proveniente dal monastero di Santa Giulia, il reliquiario della Croce del vescovo Zane, contenente altri due frammenti della Vera Croce, realizzato nel 1841 dall’orafo Antonio Pedrina. Il Tesoro delle Sante Croci viene solitamente esposto anche in un’altra occasione durante l’anno, ovvero il 14 settembre, festa dell’Esaltazione della Santa Croce.
Il Santuario della Via Crucis di Cerveno
Il periodo pasquale è un momento ideale per ammirare capolavori d’arte e fede legati al mistero della morte e resurrezione di Cristo. Fra i molti di cui è ricca la provincia di Brescia, spicca per la sua eccezionalità il Santuario della Via Crucis che sorge accanto alla chiesa parrocchiale del piccolo borgo di Cerveno, in Valle Camonica. Il Santuario (le Capèle in dialetto camuno) si inserisce nella tradizione lombardo-piemontese dei Sacri Monti. Le 14 cappelle della Via Crucis, sono disposte lungo un corridoio a gradoni che culmina alla sommità con la cappella della Deposizione. Affrescate, con 198 statue in legno e stucco a grandezza naturale di un vivido e talora grottesco realismo popolare, narrano le tappe della Passione di Cristo. Per portare a termine l’opera si impiegò oltre un secolo, dalla metà del 1700 alla metà del 1800.La maggior parte delle statue sono state realizzate dallo scultore camuno Beniamino Simoni a partire dal 1° gennaio 1752. Le statue dell’VIII, IX e forse X stazione si devono invece a Donato e Grazioso Fantoni, che sostituirono il Simoni. Nel 1869, Giovanni Selleroni da Milano completò l’ultima stazione, la XIV, chiudendo di fatto più di un secolo di lavori. La Via Crucis è stata recentemente riportata al suo originario splendore da un accurato e lungo restauro ed ora si ammira in tutto il suo straordinario pathos e bellezza.
Ogni dieci anni, in maggio, gli abitanti di Cerveno inscenano la Santa Crus, sacra rappresentazione vivente della Passione con oltre 100 figuranti, ispirandosi ai personaggi delle sculture di Beniamino Simoni. Quest’anno si tiene domenica 26 maggio e verrà replicata il 2 giugno, in suggestivi percorsi ambientati nel centro storico e nella campagna circostante il paese. La sua particolarità è di non essere legata ai riti della Pasqua, ma al 3 maggio, giorno in cui il calendario, prima della riforma ecclesiastica, ricordava il ritrovamento della Santa Croce. La documentazione video e fotografica, gli oggetti di scena e gli abiti utilizzati durante le varie edizioni sono visibili al Museo Civico, dovesi trova anche una collezione etnografica che ricostruisce il vissuto delle genti camune.
La Via Crucis Vivente di Ome
Il Venerdì Santo, 29 marzo, suggestiva e carica di pathos è la Via Crucis Vivente di Ome, in Franciacorta, che si tiene la sera a partire dalle 20.30 e coinvolge un centinaio di figuranti in costume. La sacra rappresentazione ha origini antiche ed è stata riscoperta e valorizzata dal Gruppo Alpini dal 1986, quando rischiava di scomparire. Partecipatissima dall’intero paese, si apre con la rievocazione dell’Ultima Cena, del processo, della condanna, della flagellazione e dell’incoronazione con le spine nei giardini davanti al Municipio e termina sul Colle San Michele, snodandosi lungo un percorso di circa un chilometro segnato dalle stazioni della Via Crucis.
Feste popolari
È legato alla Pasqua il dolce tipico della Valle Camonica, la rustica Spongada, una deliziosa focaccia ricoperta di zucchero, che nel giorno della Domenica delle Palme, il 24 marzo, viene celebrata con la Fèra della Spongada a Breno, antica località dominata dalla possente sagoma del Castello che si staglia sullo sfondo di vette maestose. La scelta del giorno è legata alle origini di questo dolce, pensato specialmente per il periodo pasquale, ma oggi facilmente trovabile in ogni momento dell’anno. Nella piazza principale vengono allestiti stand in cui assaggiare innanzitutto la sua variante brenese, ovvero la Spongada con il salame, con un effetto “dolce / non dolce” davvero interessante. Oltre alla Spongada, sono in vendita prodotti tipici. A fare da contorno, tour nei più suggestivi luoghi brenesi, mercatini dell’usato e dell’artigianato. La giornata si conclude con la premiazione del concorso “Spongada d’oro de Bre” che vede sfidarsi pasticceri privati e dilettanti. La festa è l’occasione per visitare il Castello di Breno, a cui si sale con una breve camminata dal centro. Edificato come un insieme di torri e palazzi nel periodo di Federico I Barbarossa (1100 – 1200) e convertito a roccaforte militare sotto la Repubblica di Venezia (1400 – 1500), il castello rivela anche tracce preistoriche risalenti al VIII sec a.C. Visitandolo, si fa un viaggio affascinante tra diverse epoche, dalle mura merlate alla casa-torre signorile fino all’alta torre di 20 metri aperta alle visite.
Le uova sode colorate sono invece le protagoniste di un’originale festa che a Pasqua coinvolge in un gioco avvincente abitanti e visitatori dello splendido borgo di Pieve di Tremosine sul Lago di Garda. Qui si tiene la Festa dello S-Ciapì, che nasce da un’antica tradizione popolare. Protagoniste della festa sono le uova sode colorate con infusi di erbe o scorze. Il gioco consiste nel tenere in mano un uovo sodo mentre l’avversario lo colpisce con un altro uovo. Vince chi riesce a mantenere integro il proprio e a rompere quello dell’altro: lo sconfitto deve consegnare l’uovo al vincitore. Il gioco ha mantenuto intatto il sapore antico e semplice della tradizione e catapulta i partecipanti in un contesto ormai passato, quando ci si divertiva con poco e poter mettere sulla propria tavola un uovo in più̀ poteva essere assai importante.
A Pisogne, sul lago d’Iseo, il 1 aprile la Pro Loco organizza in piazza Öf, böch e salam nostrà, la tipica merenda di Pasquetta a base di salame nostrano, uova sode e böch, una verdura stagionale e la tradizionale focaccina pasquale. Sempre su lago d’Iseo, il 6 e 7 aprile, un’altra tradizionale sagra primaverile, la Festa del Salame di Monte Isola, che si svolgerà nel Borgo di Cure di questa bella isola che spicca al centro del lago. In programma stand gastronomici, Mercatino dei produttori locali, concerti, una passeggiata guidata al Santuario Madonna della Ceriola. Domenica si chiude con la combattuta gara del salame e uno speciale annullo filatelico dedicato a Sua Maestà il Salame di Monte Isola. Nei ristoranti e locali menù e aperitivi tipici.
Cacce al Tesoro, picnic e giochi di un tempo per i bambini
Il giorno di Pasquetta, le Cacce al Tesoro organizzate al Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera sul lago di Garda (dimora di Gabriele D’Annunzio) e nella Casa Museo Zani di Cellatica (dimora del grande collezionista Paolo Zani) nell’immediata periferia di Brescia, sono l’occasione per visitare due fra le più affascinanti Case-Museo del Bresciano. Al Vittoriale degli Italiani torna la Caccia al Tesoro Botanico, firmata Grandi Giardini Italiani: i bambini dai 4 ai 13 anni possono partecipare a questo avvincente gioco due gradi di difficoltà in base all’età, alla scoperta delle varie e meravigliose specie vegetali che popolano e colorano il giardino botanico del complesso. La Casa Museo Zani ospita, all’interno del suo scenografico giardino, la Caccia all’uovo, un’attività divertente per tutta la famiglia alla scoperta dei tesori botanici e dei segreti di questo luogo speciale. I visitatori ricevono una mappa del giardino, che guida li guida tra enigmi e indovinelli fino a raggiungere l’ambito tesoro, grazie anche all’aiuto di una guida del museo. I genitori che non volessero partecipare alla Caccia all’uovo possono effettuare una visita guidata alla Collezione permanente della Casa Museo e alle mostre Rosso Impero-Perfido egiziano e oltre dall’antico Barocco e Rosso Moda – Roberto Capucci tra fuoco e cinabro. Caccia al Tesoro Botanico anche alla Rocca di Lonato del Garda, che apre i suoi grandi spazi verdi a chi vuole fare il tradizionale picnic sul prato, rilassarsi sdraiato sull’erba, perdersi nello splendido panorama sul Garda che si gode dalle sue mura. Per i bambini, Fiabe nella Rocca che li coinvolge in giochi di un tempo, spettacoli e laboratori. Da visitare, inoltre, il Museo ornitologico, la mostra dedicata alle Vedute di Roma del fotografo Gabriele Basilico e dell’incisore Giambattista Piranesi e, nella sottostante Casa Museo del Podestà(Monumento Nazionale, come la Rocca) la mostra “Nino Ferrari. L’arte del metallo tra tradizione e modernità”, che punta i riflettori sulla straordinaria produzione di oggetti realizzati per la casa da questo grande maestro novecentesco della lavorazione dei metalli.
Gite pasquali fra storia e natura
Lunedì di Pasquetta è la giornata tradizionalmente dedicata alle gite fuori porta. Fra le molte possibili in provincia di Brescia, dai monti ai laghi, si può ad esempio visitare la Rocca d’Anfo, la più grande fortezza napoleonica d’Italia. A picco sul lago d’Idro, è articolata in un insieme di fortificazioni che dalla riva del lago salgono fino quasi alla cima del monte Censo, con un dislivello che va dai 371 ai 1050 metri. Due i nuclei principali: a sud la rocca veneziana, la più antica, e più su quella napoleonica. Visitarla è una piacevole e sportiva avventura e richiede scarponcini da trekking. Si può scegliere fra 2 itinerari di varia lunghezza, tutti percorribili solo con guida: il Percorso Napoleonico e il Percorso dalla Serenissima al Regno d’Italia. Il weekend di Pasqua riapre sul lago di Garda il Museo della Carta nella Valle delle Cartiere di Toscolano Maderno (uno dei siti di archeologia industriale più importanti del Nord Italia e meta di belle passeggiate), ricavato in un’antica cartiera quattrocentesca. In programma visite guidate, mentre con la primavera riprenderanno i laboratori per grandi e piccoli. Un’altra meta perfetta per Pasquetta è il Castello di Padernello, maniero d’origine quattrocentesca circondato dalle acque nella Bassa Bresciana, che accoglie i visitatori nelle sue antiche sale con arredi d’epoca e opere d’arte (visite guidate dalle 14.30 alle 18.30).
Per informazioni: www.visitbrescia.it