Fra canti gregoriani, letture di testi antichi e candele che bruciano lente, peccare non è mai stato così goloso. Sì, perché monasteri e abbazie, eremi e conventi non rappresentano soltanto meravigliosi spazi di preghiera e riflessione, ma anche un’occasione per assaporare vere e proprie sorprese gastronomiche, preparate secondo ricette tradizionali e con prodotti stagionali, a km 0 e spesso biologici. Su queste premesse, organizzare un viaggio ghiotto nei luoghi dello spirito significa prendersi una pausa da tutto e poi fermarsi, pensare, meditare. E anche scoprire che là dove ti aspetti menù penitenziali, moderazione e rinuncia, le tavole si imbandiscono invece con delizie celestiali, saporite e spesso da consumare in silenzio all’interno di refettori che sono opere d’arte, con muri e volte affrescati con soggetti religiosi oppure in nuda pietra a vista.

TUTTI A NORD

Le tentazioni golose iniziano a Nord, precisamente in Piemonte, dove a Magnano (Biella) si possono gustare le migliori raviole della regione nel Monastero di Bose (www.monasterodibose.it), famoso anche per le conserve alimentari preparate con i prodotti coltivati nell’orto: marmellate, gelatine, composte, salse. E poi c’è il miele, ottenuto da un apiario collocato sui boschi della serra morenica di Ivrea, ma che in generale rappresenta una leccornia comune a tutte le comunità monastiche, sia per la loro collocazione (di solito in mezzo alla natura), sia per le tecniche d’avanguardia messe a punto e tramandate dai religiosi nel corso dei secoli.

A poca distanza, al Santuario di Oropa (www.santuariodioropa.it), ci si può accomodare invece a un tavolino del caffè pasticceria Marco Deiro – situato all’interno del complesso religioso – per gustare il famoso mucroncino, un dolce a forma tondeggiante composto da amaretti, cioccolato fondente e granella di nocciole, proposto sempre in buona compagnia di altre specialità locali.

Per degustare buoni vini bisogna invece spostarsi in Trentino Alto Adige, seppure l’Italia sia interamente punteggiata da cantine gestite da religiosi vignaioli, artefici di “nettari” che forse soltanto una mano divina ha saputo ispirare.

A Varna (Bolzano), l’Abbazia di Novacella (www.abbazianovacella.it) sfrutta il clima fresco e i terreni ricchi di minerali per sviluppare i tipici bianchi della Valle Isarco (Sylvaner, Müller Thurgau, Kerner, Gewürztraminer, Veltliner), ma anche i rossi (Lagrein, Kalterersee, Pinot Nero, Moscato Rosa), tutti da degustare in accompagnamento a ottimo speck, salsicce affumicate, formaggio e pane tipico. Altrettanto eccellente è la produzione offerta dal Convento di Muri-Gries (www.muri-gries.com), nel cuore di Bolzano, dove i metodi di lavorazione tradizionali si uniscono alle moderne tecniche di vinificazione.

SOUVENIR BUONI E BENEDETTI

Oltre a deliziare il proprio palato, dai luoghi dello spirito si può tornare a casa con una cesta di prodotti golosi e genuini, da regalare a chi è rimasto a casa. Come il pane palabirn, a base di pere della Val Venosta, con pezzi di frutta essiccata, preparato nell’Abbazia di Monte Maria di Màlles, Bolzano, le marmellate di agrumi del Monastero del Carmelo di Sant’Elia a Sanremo, Imperia o il tartufo monacale del Monastero di Sant’Antonio Abate di Norcia, Perugia, un originale pesto a base di basilico, funghi, olive, acciughe ed erbe aromatiche da utilizzare come condimento per pasta, carne e crostini.

VIZI SENZA PECCATO

Oltre ai calici da sorseggiare in compagnia, le comunità religiose offrono anche un’incredibile varietà di liquori, digestivi, amari, elisir e distillati, sovente impreziositi dall’aggiunta di erbe silvane e officinali per renderli gradevoli toccasana, curativi e preventivi.

Fra mortai e alambicchi, sono nati ad esempio il Rosolio delle Benedettine del Monastero di Pistoia (www.spezieriabenedettinepistoia.com), prodotto sin dal 1728 con una ricetta segreta e tramandata di badessa in badessa, oppure il Serpillo di Padre Giustino dei Benedettini di Subiaco, Roma (www.benedettini-subiaco.com) e la Flora dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore ad Asciano, Siena (www.monteolivetomaggiore.it), un’infusione tonica e corroborante di 23 erbe invecchiata per più di sei mesi. Per non parlare della Birra Triple dell’Abbazia delle Tre Fontane di Roma (www.abbaziatrefontane.it), il cui sapore incisivo e moderatamente fruttato si sposa con i toni balsamici dell’eucalipto.

 Ma alzi la mano chi non ha mai associato anche alla cioccolata la parola “peccato”, che però nei luoghi dello spirito viene assolto. Come le tavolette prodotte dai monaci Trappisti di Frattocchie, Roma (www.trappisti.org), riconoscibili non solo dal sapore autentico, ma anche dall’inconfondibile marchio raffigurante il Colosseo e la croce. 

 Gli amanti del salato invece possono trovare un angolo di paradiso nell’osteria del Santuario della Verucchia a Zocca (Modena), dove si possono gustare i veri borlenghi, tipici della zona e simili a crêpe – molto sottili e croccanti – riempite con un battuto di aglio, lardo e rosmarino, oltre a una spolverata di parmigiano.

BENVENUTI AL SUD

Il viaggio goloso può trovare un’altra sosta zuccherata in Puglia, al Convento Santuario di San Michele di Monte Sant’Angelo, Foggia (www.santuariosanmichele.it), rinomato per la pasta di mandorle che fa da base a molti dolci tradizionali, come l’Agnello di Pasqua o il Pesce per il pranzo di Natale. O, perché no, si può proseguire fino in Sicilia per assaporare il famoso couscous con grano macinato in terza rottura, pistacchi e mandorle che nasce dalla sapienza delle monache cistercensi del monastero Santo Spirito di Agrigento (www.monasterosantospirito.com), la cui ricetta rimane segreta ma continua a stuzzicare la fantasia dei maestri pasticcieri siciliani con diverse interpretazioni.

Impossibile attraversare il Sud della penisola senza lasciarsi avvolgere dalle note sensoriali del buon olio extravergine di oliva, come quello del Monastero di Santa Maria della Consolazione di Martano, Lecce (www.cistercensimartano.com), prodotto direttamente dai monaci cistercensi secondo coltura biologica certificata e attraverso spremitura a freddo, lo stesso giorno della raccolta, nel rispetto delle tradizioni secolari del salentino.

E, alla fine del viaggio, per favorire la digestione? Magari una tisana confezionata nel Monastero dei Santissimi Cosma e Damiano di Tagliacozzo, L’Aquila (www.monasterobenedettine.it), dove le erbe officinali vengono lavorate con cura, meticolosità e metodi da secoli sperimentati come eccellenti.

UN’ESPERIENZA COMPLETA DI BENESSERE

Molti luoghi dello spirito offrono non soltanto la possibilità di pranzare o cenare alle tavole dei religiosi, ma anche di pernottare per vivere un’esperienza totale tra natura e relax, dove i costi sono sempre molto contenuti e la suggestione supera ogni aspettativa. Fra le location più affascinanti per corpo e spirito c’è il Santuario della Verna, nella provincia di Arezzo, che offre a singoli, famiglie e gruppi la possibilità di soggiornare qualche giorno per pregare assieme ai frati, riposarsi e compiere un’esperienza di vita ispirata al messaggio francescano. Qui, assolutamente da provare sono i liquori prodotti secondo le formule dell’antica Farmacia, come il Fiore della Verna, il Nocino e la grappa con mirtillo.

www.laverna.it